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Flash di rimbalzo

Quando utilizzare il flash? Generalmente si potrebbe affermare: tutte le volte che si vuole ottenere la massima leggibilità del soggetto. In realtà il flash può diventare un ausilio per ottenere effetti creativi. Attraverso gli automatismi sopra elencati, l’utilizzo del flash è una tecnica accessibile a tutti senza particolari problemi. Il consiglio per i neofiti è quello di scattare in diverse situazioni e prendersi il tempo per osservare i risultati facendo magari attenzione alle condizioni della scena e alle impostazioni della macchina.

Il passaggio fondamentale dopo aver preso dimestichezza, è quello di imparare a dosare e dirigere correttamente la luce artificiale con quella ambiente per ottenere un effetto naturale. Si dice che la migliore foto scattata con il flash è quella in cui non se ne percepisce la presenza: affidarsi totalmente all’elettronica porta a scontrarsi con risultati che spesso sono piatti e privi di contrasti, la luce del flash è molto dura, il fascio luminoso è concentrato ed il fatto di essere diretto parallelamente all’asse fotocamera-soggetto produce ombre marcate alle spalle di quest’ultimo a discapito della tridimensionalità dell’immagine. Cercheremo ora di analizzare le tipiche situazioni in cui solitamente si scatta col flash cercando di dare degli spunti per rendere più interessanti le foto, partendo dalla messa in pratica di alcune tecniche specifiche.

Flash di rimbalzo: a chi non è capitato di dover ritrarre un amico od un gruppo di persone in interno? Magari con poca luce! La prima cosa che si fa è montare il flash sulla slitta, dirigerlo verso il soggetto e scattare. Risultato? Una foto correttamente esposta. Le ombre dietro al soggetto però sono decisamente antiestetiche ed il viso ha perso parte della sua espressività. Come rendere questo scatto più accattivante? Una delle soluzioni potrebbe essere quella di dirigere la testa del flash verso il soffitto oppure verso una parete laterale sfruttando il rimbalzo del lampo per ottenere una luce più morbida e diffusa.

L’effetto migliore con questa tecnica lo si ottiene lavorando in manuale e prendendo l’esposizione sul soggetto come se si lavorasse senza flash: avendo a disposizione gli automatismi TTL ed E-TTL, sarà la fotocamera stessa ad interrompere l’emissione flash non appena questa sarà sufficiente. Le ombre vengono ammorbidite, la luce colpisce il soggetto lateralmente o dall’alto restituendogli tridimensionalità.
Ponete particolare attenzione al colore delle pareti poiché il lampo riflesso del flash assumerà la stessa tonalità. Se esponendo in luce ambiente il tempo di scatto scende sotto il sessantesimo di secondo è il caso di sfruttare un ulteriore trucchetto: la sincronizzazione sulla seconda tendina. Generalmente sia il flash che la fotocamera sono impostati per far partire il lampo sincronizzandolo con il fine corsa della prima tendina dell’otturatore: appena il sensore viene esposto interamente, il flash “spara”. Con tempi più lunghi di un sessantesimo, sarebbe utile poter registrare la luce ambiente prima di far scattare il flash che altrimenti la coprirebbe; ecco allora che sincronizzando il flash in modo che spari un infinitesimo prima che la seconda tendina si chiuda, si ottiene proprio questo effetto; il sensore registra la luce ambiente ed in seguito il lampo flash. Se ben gestito, questo effetto aiuta ad illuminare adeguatamente ambienti ampi ma bui, creare atmosfere particolari, od ottenere effetti particolari come illustrato nella tecnica successiva. Impostare la sincronizzazione sulla seconda tendina può essere fatto direttamente dal flash, se questo lo permette, oppure dal menù della fotocamera, in questo caso l’impostazione sarà attivata anche rispetto al flash integrato.

 

Slow-Synch

Slow-Synch: sfruttare la sincronizzazione sulla seconda tendina prende anche il nome di sincronizzazione lenta poiché lo sparo del flash deve attendere la chiusura dell’otturatore. Questa tecnica è molto utile anche in esterno: si immagini di voler impressionare il sensore con un bel tramonto oppure con la città illuminata sullo sfondo e nel contempo inserire in primo piano il sorriso del partner. Se anche aveste a disposizione il flash più potente in commercio questo non basterebbe ad illuminare ciò che si trova all’orizzonte e brucerebbe il primo piano. Attraverso lo slow-Synch si sfrutta la luce ambiente per impressionare lo sfondo ed il colpo di flash finale per mettere in risalto il primo piano rendendolo ben visibile.

Altra faccia di questa applicazione la si trova nel fotografare la pioggia o la neve: sincronizzando il flash sulla prima tendina quello che succede è che qualsiasi oggetto in movimento rispetto alla fotocamera viene impressionato in modo nitido all’apertura dell’otturatore grazie al lampo flash; dopo di che l’otturatore rimane ancora aperto registrando il movimento fino al termine dell’intervallo di esposizione. Quello che si ottiene è tipicamente il soggetto che insegue la sua scia luminosa, ovvero la neve che sembra salire verso il cielo invece che cadere. Se invece il colpo di flash viene dato per ultimo, prima che l’otturatore si chiuda si ottiene il fiocco di neve che si lascia alle spalle la propria scia.

 

Fill-in e lampo di schiarita e High Synch

Anche all’aperto il flash può essere di grande aiuto, ad esempio per ammorbidire le ombre che il sole crea sul viso oppure quando è utile contrastare il soggetto staccandolo dallo sfondo. Quando il sole è molto forte e le ombre profonde e marcate si utilizza la tecnica del fill-in, o flash di riempimento: la necessità sarà quella di poter lavorare con tempi molto brevi, spesso inferiori a quello di synchro-flash per esporre correttamente lo sfondo ma nel contempo riempire le ombre profonde che si formano nelle orbite oculari, sotto gli zigomi ed il collo. Si effettua impostando il flash in high-synch, alta-sincronizzazione e si compensa di -1 stop l’esposizione flash in maniera da ottenere un rapporto più naturale tra la luce ambiente e quella artificiale.

Se si dispone di un flash automatico dedicato, solitamente l’esposizione del soggetto è buona e ben integrata con la luce ambiente. L’opzione fill-in è spesso attiva già come impostazione di fabbrica. Può anche capitare che l’automatismo del vostro flash giochi un po’ al rialzo prendendo il sopravvento sulla luce ambiente; questo non è sempre bello da vedere, in quanto la foto assume le sembianze di un fotomontaggio. Qui entra in gioco l’arte del fotografo.

Si può modulare la luce del flash in due maniere: modificando la direzione e diffusione della luce oppure compensando l’esposizione flash. Altra soluzione anche se meno versatile è quella di ridurre la potenza equivalente del flash se questo lo permette, altrimenti la compensazione dell’esposizione andrà fatta direttamente dalla fotocamera giocando sui calcoli che legano diaframmi, distanza e NG, si effettua cioè una compensazione in manuale.

Quando invece i contrasti sono lievi e la luce ambiente è molto diffusa si può aumentare la forza del soggetto attraverso il lampo di schiarita: questa tecnica consiste nel direzionare la testa del flash verso l’alto ed estrarre il diffusore a scomparsa oppure il pannellino riflettente, se il flash ne è provvisto, lasciandolo perpendicolare alla lente del flash di modo che il lampo sparato verso il cielo venga parzialmente riflesso verso il soggetto dal diffusore o dal pannello. La quantità di luce riflessa è inferiore di quella generata dal flash di conseguenza il lampo di schiarita risulta utile per schiarire ombre leggere e per creare un punto luminoso negli occhi del soggetto, caratteristica che aiuta a concentrare l’attenzione dell’osservatore proprio sugli occhi.


Lo stesso risultato lo si può ottenere direzionando il flash verso il soggetto ma ponendo attenzione a compensarne il lampo di -2 stop o più se necessario.

La sincronizzazione rapida, come accennato, permette di scattare con tempi più brevi del synchro-flash. Questo è possibile grazie allo sparo ripetuto del flash ad una frequenza che solitamente si aggira intorno alle decine di KHz, la durata delle batterie ne risente pesantemente. Oltre ad essere utilizzata per il fill-in, è interessante notare che questa impostazione permette di congelare movimenti molto rapidi, come una goccia d’acqua che cade e si rompe in mille goccioline od il momento in cui un palloncino scoppia. Le possibilità creative sono tantissime! Si immaginino solo le possibilità per la fotografia sportiva e di azione.